FIRENZE – “A maggio piantiamo un melograno in un giardino di ogni città per ricordare le stragi dei migranti” e “per operare affinché non si spezzino più vite innocenti, per restare umani”. L’appello ai Comuni lo lanciano Donne insieme per la pace, Cgil, Anpi, Arci e Legambiente Toscana, come hanno spiegato le sigle presentando l’iniziativa nel giardino di piazza dei Ciompi, a Firenze.
La richiesta ai Comuni è quella di aderire e provvedere operativamente, acquistando e piantando una piccola pianta di melograno in un giardino pubblico con la targa “Sono nato in memoria delle tante vite perse nella speranza di un futuro migliore. Basta morti durante le migrazioni”. Tra i Comuni che hanno già dato l’adesione oltre a Firenze, risultano Prato, Sesto Fiorentino, Pistoia, Livorno, Bagno a Ripoli, Empoli, Viareggio, Barberino val d’Elsa, Tavarnelle val di Pesa, San Casciano val di Pesa, Rosignano, Castagneto Carducci, Campiglia Marittima, Collesalvetti, Capannoli, Massa e Cozzile, Pontassieve e Santa Brigida. I melograni cominceranno a essere piantati dal primo maggio (per andare avanti tutto il mese), “proprio in ragione del valore del lavoro come prospettiva per una vita migliore”, si spiega.
HANNO GIÀ ADERITO FIRENZE, PRATO, SESTO FIORENTINO, PISTOIA, LIVORNO
“La vera emergenza non è la sostituzione etnica, ma è il mancato soccorso a chi ha bisogno in mare. E’ inaccettabile che dopo le tante tragedie davanti alle nostre coste, con numeri sempre in aumento, non si reagisca per rispettare quei corpi senza vita e il dolore dei sopravvissuti che chiedono verità e giustizia. Ci auguriamo che questa iniziativa venga presa anche a livello nazionale”, sottolinea Marisa Nicchi, di Donne insieme per la pace, illustrando l’iniziativa.
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Come Comune di Firenze, aggiunge l’assessore all’Ambiente, Andrea Giorgio, “abbiamo aderito a questa iniziativa importante per le vittime di Cutro perché ci riporta alla questione dell’umanità. L’umanità con cui vanno trattati questi temi” e che arriva “prima di ogni considerazione politica, che si tratti di commemorare le vittime di un naufragio e di far sentire la presenza dello Stato”, oppure “di tutelare gli esseri umani durante i flussi migratori, una questione strutturale che non può essere trattata come un’emergenza per la sicurezza”.
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