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Ucraina, per i piccoli pazienti oncologici la situazione è drammatica

GenovaUcraina, per i piccoli pazienti oncologici la situazione è drammatica

BOLOGNA – È a dir poco in salita la strada per far arrivare in Italia i bambini ucraini sottoposti a cure oncologiche. Parla di situazione “veramente molto drammatica” la direttrice di Ageop, Francesca Testoni, durante l’udienza conoscitiva promossa oggi dal Consiglio comunale di Bologna.

“I corridoi umanitari che Soleterre nei prossimi giorni riuscirà ad organizzare sono in realtà quelli da Leopoli e dagli ospedali da Varsavia, cioè per i bambini già in salvo e ricoverati nelle prime giornate quando ancora si riusciva a portarli fuori dalle zone di guerra- riferisce Testoni- verso i Paesi limitrofi come Romania e Polonia e soprattutto verso i tre ospedali di Leopoli, su cui sono confluiti anche molti medici dei centri oncologici pediatrici delle città sotto assedio”. Ma invece si è fatta “drammatica”, continua la presidente di Ageop, la situazione dei bambini ricoverati in ospedali come quello bombardato a Mariupol e quelli di Kharkiv, Kiev e Zytomyr, “da cui avevamo avuto il grido di allarme”: in questi casi “tutti i tentativi di istituire corridoi per andare a trarre in salvo quei bambini sono falliti e sono impossibili nella situazione attuale, anche perché i genitori non si fidano più dei convogli umanitari perché vengono sistematicamente bersagliati”. Di conseguenza, “chi può è fuggito da solo, individualmente. La mamma con bambino o la mamma con il bambino e una nonna o un fratello- racconta Testoni- e queste persone vagano in Ucraina perché devono girare nelle strade periferiche, zigzagando in base a dove si spostano i bombardamenti. Persone che a piedi si stano muovendo per arrivare a Leopoli o ai valichi di confine”. Con i medici che avevano contattato l’Ageop “i contatti si sono spenti. Le medicine sono saltate, non hanno cibo, acqua, corrente elettrica e riscaldamento”, continua Testoni. Avendo perso i contatti con i medici, “ora noi seguiamo le peripezie di queste persone appoggiandoci alla diponibilità incredibile e all’organizzazione della Caritas di Cracovia- spiega sempre la direttrice dell’Ageop- che ha messo in piedi una rete e un tam tam con i singoli sacerdoti in Ucraina, anche nelle zone di guerra, quindi stiamo seguendo così le singole persone e i singoli nuclei con bambini oncologici che stanno arrivando con mezzi propri o a piedi ai valichi di confine”.

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In questo modo “siamo riusciti ad indirizzare due nuclei verso la Polonia- continua Testoni- perché lì c’è un comando della Protezione civile, presso l’ambasciata italiana di di Varsavia, che si è dimostrato veramente efficiente”. Ma c’è anche “un’altra grossa difficoltà, come ci ha detto una dottoressa dell’ospedale di Varsavia: il problema non è solo accogliere i bambini malati- riferisce Testoni- ma anche quelli che erano partiti sani e arrivano in condizioni pietose perché disidrati, denutriti, che hanno preso freddo e infezioni”, senza dimenticare i “parecchi casi” di tubercolosi.

“PER BIMBI ONCOLOGICI POTREMMO USARE VOLI, MA…”

Tra le tante difficoltà che si stanno incontrando per far arrivare dall’Ucraina in Italia i piccoli pazienti oncologici c’è anche il fatto che “lì quasi tutti i bambini non hanno un documento di riconoscimento, perché non esiste la carta di identità per minori ma solo il certificato di nascita”. Cosa che ha già fatto saltare diversi trasferimenti, segnala la direttrice di Ageop, Francesca Testoni.

Alcuni pazienti che sono riusciti a raggiungere la Polonia “avremmo potuto benissimo farli venire immediatamente qua- racconta Testoni- con voli Ryanair a bassissimo costo, da Cracovia o Katowice. Ma non hanno un documento di riconoscimento, perché non sono state fatte le giuste pressioni sulle compagnie aeree e sui mezzi di trasporto, visto che come rifugiati hanno il diritto di essere accolti e di passare tutte le frontiere della Comunità europea, con 15 giorni di tempo poi per fare i documenti”. Situazione che “mette queste persone in balia di organizzatori di viaggi che invece li prendono e lucrano su questa tragedia biblica”, afferma la presidente di Ageop. Non è facile destreggiarsi in questa situazione: “Ci siamo messi in contatto con il Consolato ucraino a Milano, che si è messo in contatto con il Consolato ucraino a Cracovia. Abbiamo trasmesso i documenti e per il primo bambino domani avremo un documento di identità”, racconta Testoni.

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