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Tragedia del volo Rio-Parigi 2009, assolte Airbus e Air France

AttualitàTragedia del volo Rio-Parigi 2009, assolte Airbus e Air France

Nello schianto dell’aereo morirono 228 persone

Roma, 17 apr. (askanews) – Il costruttore europeo Airbus e la compagnia aerea Air France, perseguiti per omicidio colposo dopo lo schianto nel 2009 del volo AF447 Rio de Janeiro-Parigi che provocò la morte di 228 persone, sono stati assolti oggi a Parigi. Quasi quattordici anni dopo il disastro, il tribunale penale di Parigi ha scagionato le due società, giudicando che, anche se fossero state commesse “colpe”, “nessun nesso causale certo” con l’incidente ha potuto “essere dimostrato”.

Poco dopo le 13.30, la grande aula si è riempita di parenti delle vittime, staff di Air France e Airbus e giornalisti. All’annuncio della scarcerazione, alcune parti civili si sono alzate stupite, prima di sedersi di nuovo, mentre il presidente continuava a leggere la sentenza in un pesante silenzio. Il 1 giugno 2009, il volo AF447 da Rio de Janeiro a Parigi si è schiantato nell’Oceano Atlantico nel cuore della notte, poche ore dopo il decollo, uccidendo i suoi 216 passeggeri e 12 membri dell’equipaggio. A bordo dell’A330 registrato F-GZCP c’erano persone di 33 nazionalità, tra le quali 72 francesi e 58 brasiliani. I primi detriti sono stati trovati nei giorni successivi allo schianto. Ma il relitto è stato individuato solo due anni dopo, dopo una lunga ricerca, a 3.900 metri di profondità.

Le relazioni preliminari e intermedie del Bea rivelarono che l’aereo si schiantò a seguito di uno stallo aerodinamico e che, pochi minuti prima dell’impatto, i tubi di Pitot iniziarono a fornire indicazioni di velocità aerodinamica sbagliate a causa della formazione di ghiaccio che ne avrebbe causato il congelamento, l’otturazione e il conseguente malfunzionamento. L’ostruzione del tubo di Pitot era già stata responsabile in passato degli incidenti del volo Northwest Airlines 6231 nel 1974 e dei voli Birgenair 301 ed AeroPerù 603 nel 1996. Inoltre i rapporti del Bea indicarono che i piloti non erano stati addestrati a pilotare l’aereo “in modalità manuale” e non erano in grado “di riconoscere tempestivamente e rispondere a un malfunzionamento del sensore di velocità ad alta quota”; questo non era un requisito di formazione standard al momento dell’incidente. La relazione finale delle indagini sull’incidente fu rilasciata dal Bea in una conferenza stampa a Le Bourget il 5 luglio 2012 e indicò gli errori dei piloti e i guasti tecnici le cause principali dell’incidente.

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