Sarà seguito da quadrilaterale con Francia e Germania il 1 giugno
Roma, 9 mag. (askanews) – I massimi dirigenti di Armenia e Azerbaigian si incontreranno a Bruxelles domenica 14 maggio. Lo ha annunciato l’Unione europea, secondo quanto riferito dall’Afp: l’incontro sarà una nuova tappa nei negoziati per un accordo di riconciliazione fra i due paesi del Caucaso, in guerra da circa 30 anni per il controllo della regione del Nagorno-Karabakh.
Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel riceverà il premier armeno Nikol Pashinyan e il presidente azero Ilham Aliev per “promuovere la stabilità nel Caucaso del Sud e la normalizzazione fra i due paesi”, secondo un comunicato diffuso da Bruxelles.
Pashinyan e Aliev, secondo la nota, hanno anche accettato di incontrare insieme il presidente francese e il cancelliere tedesco a margine del summit europeo del primo giugno in Moldova. I due leader si sarebbero impegnati a vedersi a Bruxelles “tutte le volte che sarà necessario per gestire gli sviluppi sul terreno”.
Questo nuovo incontro fa seguito ai colloqui avviati a Washington per quattro giorni a inizio maggio, al termine dei quali il segretario di Stato americano Antony Blinken ha parlato di “progressi tangibili su un accordo di pace”, che secondo l’amministrazione Biden sarebbe a questo punto “a portata di mano”.
Si tratterebbe di una svolta, dopo che negli ultimi mesi la tensione nella provincia contesa del Nagorno-Karabakh, già viva, è aumentata ulteriormente a causa del blocco imposto da Baku dal 23 aprile scorso all’ingresso del corridoio di Lachin, l’unica via terrestre che collega l’Armenia e la contesa regione del Nagorno-Karabakh. L’Azerbaigian aveva giustificato questo blocco – che ha provocato penuria di cibo ed elettricità – con la necessità di “impedire il trasporto di munizioni, mine e altre attrezzature militari dall’Armenia ai gruppi armati armeni illegali sul territorio dell’Azerbaigian”.
Dopo un primo conflitto negli anni ’90, Armenia e Azerbaigian si sono di nuovo scontrati militarmente nel 2020: dopo che Baku ha ripreso il controllo di alcuni territori della provincia separatista, i due paesi hanno firmato un cessate il fuoco promosso dalla Russia. Mosca ha schierato dei contingenti in Nagorno-Karabakh in funzione di mantenimento della pace, ma Erevan si è lamentata più volte dell’inefficacia di questa presenza.