E mentre la Svezia attende di entrare nell’Allezanza parte la più grande esercitazione militare in 25 anni
Helsinki, 19 apr. (askanews) – “È una cosa fantastica” l’ingresso della Finlandia nella Nato, “per quanto riguarda la sicurezza della regione e del Paese: un’ampia maggioranza del popolo finlandese sostiene l’ingresso. Tutto è cambiato quando la Russia ha attaccato l’Ucraina”. Questo il commento, rilasciato ai microfoni di askanews dall’ambasciatore finlandese in Estonia Vesa Vasara. Il diplomatico si trova a Helsinki per l’arrivo del nuovo ministro degli Esteri estone Margus Tsahkna che si è recato in queste ore in Finlandia per il suo primo viaggio ufficiale: ennesima dimostrazione del rafforzamento dell’asse baltico lungo il fronte orientale. Tsahkna ha incontrato il collega Pekka Haavisto, reduce dalla storica cerimonia a Bruxelles del 4 aprile, culminata con la bandiera finlandese issata davanti alla sede dell’alleanza militare.
“La visita del ministro degli Esteri estone in Finlandia all’inizio del suo mandato è un riflesso degli stretti legami tra Finlandia ed Estonia”, ha affermato Haavisto in un comunicato. E di fatto percorre quel complicato, e ora moltiplicato, confine nord orientale Nato con la Russia che comincia con la Norvegia (197 km) ma che si estende – dopo l’ingresso della Finlandia nell’alleanza militare – per altri 1850 chilometri: tra la Finlandia e la Russia descrive una linea di demarcazione di 1.340 km, tra l’Estonia e la Russia di 294 km (delineato per la prima volta nel 1918, quando l’Estonia dichiarò la sua indipendenza dalla Russia) mentre il confine tra la Lettonia e la Russia si estende per 217 km.
Ma il confine riguarda anche il Mar Baltico: in questi giorni si sono fatte notare due fregate della NATO, attraccate a Helsinki fino a domenica (e per la prima volta da quando la Finlandia è entrata ufficialmente nell’alleanza di difesa all’inizio di questo mese): l’FGS Mecklenburg-Vorpommern della Marina tedesca e l’NRP Bartolomeu Dias della Marina portoghese fanno entrambe parte dello Standing Nato Maritime Group 1 (SNMG1), un’unità navale di risposta immediata della NATO.
Il tutto poco prima che nella vicina Svezia iniziasse lunedì 17 aprile la più grande esercitazione militare degli ultimi 25 anni: Aurora 23, che simula il respingimento di un attacco alla Svezia e la ricezione di aiuti esteri e si concentra sulla Svezia meridionale e sull’isola strategicamente importante di Gotland. Più di 26.000 soldati provenienti da 14 paesi, inclusi gli Stati Uniti e Paesi NATO come Francia e Germania, partecipano a settimane di esercitazioni “per aria, a terra e in mare”, secondo una dichiarazione delle forze armate svedesi. Le operazioni di volo verranno effettuate in tutta la Svezia e nel Mar Baltico.
“Il Baltico in passato fu un ‘lago’ russo, oggi è un ‘lago’ della Nato” afferma una fonte a Helsinki, facendo riferimento al passato zarista, ma anche specificando che questo oggi è anche il risultato della reazione psicologica della società e della politica e dello spostamento repentino di Paesi tradizionalmente neutrali (come Finlandia e Svezia, appunto), in seguito all’invasione russa dell’Ucraina.
“Stiamo ricevendo grandi truppe, quindi ci sarà molto traffico (militare) sulle strade pubbliche”, ha detto il generale di brigata Stefan Andersson, che guida l’esercitazione, a Dagens Nyheter: una dichiarazione ampiamente ripresa dalla stampa finlandese. “Gli Stati Uniti partecipano ad Aurora 23 con, tra l’altro, 700 marines, attraverso il confine terrestre dalla Norvegia” scrive Ilta Sanomat. “I missili antiaerei Patriot recentemente acquisiti dalla Svezia saranno portati a proteggere la capitale Stoccolma in connessione con l’esercitazione militare. Un dettaglio interessante dell’esercitazione militare è l’annuncio del lancio trasmesso dalla radio svedese il 24 aprile. L’annuncio trasmesso sul canale P4 su tutto il territorio nazionale testa il flusso di informazioni in caso di una possibile situazione reale” aggiunge.
Al momento, l’adesione della Svezia alla NATO, a differenza della vicina Finlandia, è ancora ostaggio delle mancate ratifiche di Turchia e Ungheria. E sarà al centro del vertice Nato dell’11 e 12 luglio a Vilnius, a riprova proprio del fatto che tutto è cambiato da quando la Russia ha invaso l’Ucraina.
(Di Cristina Giuliano e Serena Sartini)