Kirby: oltre 20mila perdite russe da dicembre. Cremlino: non ascoltate
Roma, 2 mag. (askanews) – “Il tentativo della Russia di un’offensiva nel Donbass in gran parte attraverso Bakhmut è fallito”: queste parole del portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Usa John Kirby hanno scatenato un’ulteriore guerra, sul numero delle perdite da parte russa e ucraina. Un dato sensibile per valutare l’andamento del conflitto, il possibile esito e, soprattutto, per la tenuta dei rispettivi fronti interni.
Secondo Kirby, in base alle stime statunitensi più di 20.000 soldati russi sono stati uccisi nei combattimenti in Ucraina dal mese di dicembre e altri 80.000 sono rimasti feriti. “La Russia non è stata in grado di impadronirsi di alcun territorio strategico e significativo. Stimiamo che abbia subito più di 100.000 vittime, di cui oltre 20.000 uccise in azione”, ha detto ieri l’alto funzionario Usa.
Sulla questione oggi è intervenuto direttamente il Cremlino. Gli Stati uniti non possono sapere quante persone ha perso la Russia nell’operazione speciale in Ucraina, ha dichiarato il portavoce presidenziale russo Dmitry Peskov, esortando a fare riferimento ai dati del ministero della Difesa russa. “Tirando fuori cifre dal cappello, Washington non ha la possibilità di fornire cifre corrette, non hanno tali dati, è così che dovrebbe essere trattato. È necessario concentrarsi solo su quelle cifre che vengono pubblicate in un modo tempestivo dal Ministero della Difesa russo”, ha affermato.
Senza citare i dati forniti da parte americana, anche il ministro della Difesa russo oggi ha rilanciato. Sergey Shoigu, in una riunione con funzionari del suo dicastero, ha infatti sostenuto che l’esercito ucraino ha perso oltre 15.000 uomini solo nel mese di aprile, “malgrado l’assistenza militare senza precedenti da parte dei Paesi occidentali”.
Le cifre non sono verificabili, né da una parte né dall’altra. Ma non è la prima volta che gli Usa forniscono dati su pesanti perdite russe. All’inizio di marzo il capo di Stato maggiore americano, il generale Mark Milley, ha detto che 1.200 russi sono stati uccisi a Bakhmut in un solo giorno: “è come Iwo Jima”, ha dichiarato il generale, riferendosi alla storica – e sanguinosa – battaglia con cui i Marines statunitensi presero a febbrario 1945 l’omonima isola giapponese.
Secondo documenti di intelligence statunitensi trapelati sui social media, la Russia avrebbe subito perdite più che doppie rispetto all’Ucraina durante i combattimenti concentrati nel Sud-est ucraino. Un file citato da The Insider in particolare suggerisce che la Russia abbia avuto tra 35.500 e 43.000 soldati uccisi in azione e tra 154.000 e 180.000 soldati feriti, per un totale di 189.500 e fino a 223.000 vittime. L’Ucraina, invece, avrebbe registrato tra 15.500 e 17.500 soldati uccisi in azione e tra 109.000 e 113.500 soldati feriti, per un totale da 124.500 a 131.000 vittime. The Insider precisa di non essere stato in grado di verificare in modo indipendente queste cifre e non è chiaro quando, esattamente, siano stati compilati i dati trapelati, tuttavia gran parte dei documenti considerati risalgono alla fine di febbraio e l’inizio di marzo.
In un quadro di guerra aperta in corso, è in generale impossibile verificare, e i dati sulle vittime fanno parte dello scontro, perché in grado di condizionare il morale delle truppe e delle opinioni pubbliche.
I dati diffusi da parte russa danno ovviamente un quadro completamente diverso. A fine marzo il ministero della Difesa ha riferito di 1.351 morti e 3.825 feriti, due settimane dopo il portavoce del Cremlino Peskov ha parlato di “considerevoli perdite” senza fornire numeri precisi. Ma una fonte ‘dissidente’ come il fondatore di Conflict Intelligence Team, Ruslan Leviv, ha racconto a fine febbraio che le perdite russe in Ucraina ammontano come minimo a 130mila uomini, sino a un massimo ipotizzabile – due mesi fa – di 270mila morti.