ROMA – Il Governo Meloni è, a tutti gli effetti, più un governo di destra che di centro. Lega e Forza Italia cercano in tutti i modi di piantare bandierine e paletti ma la forza della giovane leader, a livello di immagine ed anche elettorale, è tale che per gli altri al momento c’è poco da fare. Se poi la forza elettorale di Fratelli d’Italia verrà confermata alle prossime elezioni europee del 2024 a quel punto la strada sarà tutta in discesa e la premier Meloni potrà rilanciare e portare a casa con buone possibilità di successo la trasformazione del paese in Repubblica Presidenziale. Alla faccia anche dei tanti alleati che ci hanno provato e mai ce l’hanno fatta. A quel punto però dovrà avere dalla sua anche un nuovo partito, la trasformazione di Fratelli d’Italia in nuovo Partito Conservatore Italiano (PCI, guarda tu i casi del destino) totalmente sganciato da riferimenti ambigui col passato, in linea con i valori del Partito Popolare europeo.
Per questo la leader del nuovo partito dovrà avere il coraggio, lei in prima persona, di tagliare in modo netto non solo a livello ideologico col fascismo del passato ma, oserei dire, anche a livello personale con quelli che ogni volta, vuoi con gaffe vuoi perché non pensavano che… a quel passato ogni volta la riportano e inchiodano. In modo netto, plateale e politicamente implacabile. La storia e l’ultima decisione degli elettori del centrodestra hanno scelto lei come leader, tocca a lei ‘uccidere’ i tanti padri che cercano ogni volta di ‘dirigerla e indirizzarla per il suo bene’.
Per quanto riguarda le polemiche che ogni 25 aprile, festa della Liberazione dal nazifascismo, fioccano e animano il dibattito delle diverse parti politiche, vorrei segnalare alcuni dati di un sondaggio svolto di recente da Swg sul tema. Dati molto interessanti e a volte sorprendenti. Tenendo presente che il 63% degli italiani si dichiara antifascista contro il 24%, dentro questo 63% ad esempio ci sono più antifascisti dentro Fratelli d’Italia (il 55% si dichiara tale) che nella Lega di Matteo Salvini, dove sono il 39%. Nel Pd è antifascista il 91%, il 79% nel M5S. Parlando dei danni prodotti dal fascismo, il 17% pensa che sia una questione sorpassata di cui è inutile parlare, il 38% pensa che bisogna parlarne per non dimenticare le negatività; il 21% la ritiene questione particolarmente attuale in questa fase in cui ci sono tendenze a riabilitarlo. Il 74% è d’accordo sul fatto che a scuola non si studia in modo approfondito il periodo fascista (26% è in disaccordo); il 68% ritiene che l’Italia non ha ancora fatto i conti con il passato fascista (32% in disaccordo); il 66% ritiene il fascismo il male assoluto (34% in disaccordo); ci si divide sulla lettura storica del periodo fascista, se sia troppo di parte e condizionato dalla sinistra: il 45% d’accordo il 55% no.
Fascisti e partigiani comunisti vanno messi sullo stesso piano? Stacco netto: il 62% in disaccordo, il 38% è d’accordo. Il Paese si spacca invece sul considerare l’antifascismo un valore di riferimento per tutti gli italiani, condiviso solo dal 51%. Dati interessanti anche su Fratelli d’Italia, se il partito della leader Meloni sia in qualche modo legato al fascismo: il 37% ritiene di No, il 36% Sì un po’, il 27% Molto. Di questo 27%, il 63% è del Pd, il 51% del M5S, il 13% della Lega e solo l’1% di Fratelli d’Italia. Per quanto riguarda infine il Governo Meloni e il suo rapporto col fascismo, il 40% pensa di No ma “a volte dimostra che è ancora culturalmente condizionato”; il 28% che non ha alcun rapporto col fascismo; il 19% che si ispira molto al fascismo.
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