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Farmaceutica, Guenter (Merck): “Velocizzare accesso a terapie innovative in Italia”

Dall'Italia e dal MondoFarmaceutica, Guenter (Merck): “Velocizzare accesso a terapie innovative in Italia”

(Adnkronos) – “Penso che ci siano due cose in cui l’Italia potrebbe fare meglio. La numero uno è: l’accesso all’innovazione in termini di velocità. Le nostre nuove soluzioni terapeutiche, tutti gli sforzi e tutte le migliaia di persone che lavorano per portare innovazione in Italia, sono nulli, non servono se queste terapie non arrivano al paziente. Quindi la velocità di accesso all’innovazione è molto importante”. Così Peter Guenter, Ceo Healthcare di Merck Group, in occasione di un incontro con la stampa presso lo stabilimento Merck di Guidonia (Roma). 

“Quando il tuo prodotto viene approvato dall’Agenzia europea per il farmaco – afferma Guenter – in alcuni Paesi i pazienti possono beneficiare immediatamente di questi nuovi medicinali. In altri ci vuole molto tempo e sfortunatamente l’Italia è uno di questi Paesi in cui passa molto tempo tra la registrazione europea e l’accesso al paziente. Quindi il mio appello è quello di accorciare tale lasso di tempo dal punto di vista del prezzo e del rimborso, in modo che i pazienti italiani con malattie gravi possano beneficiare del frutto di tali soluzioni terapeutiche.  

“Numero due: budget realistici. Noi, come industria farmaceutica – spiega Guenter – corriamo enormi rischi quando si tratta di generare nuova soluzione terapeutica. Non puoi farlo se non hai prezzi e margini accettabili. Altrimenti non è possibile reinvestire e correre nuovamente dei rischi per generare nuova innovazione”. Pertanto, “chiediamo anche che a partire dal bilancio dei farmaci il Governo italiano stabilisca un bilancio realistico. Abbiamo già prezzi relativamente bassi in Italia rispetto agli altri Paesi europei – evidenzia il Ceo – e in più paghiamo un clawback. Perché? Perché il budget è fissato artificialmente basso. Pertanto, la spesa reale è superiore a quel budget e parte di quella differenza deve essere rimborsata dalle aziende farmaceutiche allo Stato italiano sotto forma di clawback. E anche questo non è sostenibile”. Quindi la “mia seconda richiesta, oltre alla velocità di accesso all’innovazione, è: stabilire un budget realistico per i medicinali, in modo che il clawback possa essere eliminato o diminuire in modo significativo”. 

In merito all’impegno di Merck nel nostro Paese, Guenter ricorda che l’Italia “gioca un ruolo molto importante per Merck a livello mondiale. Perché Merck in Italia è presente in tutte fasi dell’intera catena del valore dell’innovazione farmaceutica. Iniziamo con Life Science che fornisce prodotti e servizi al mondo della ricerca pubblica e privata, al biotech italiano dove nasce davvero l’innovazione”. Continuiamo con la “ricerca fondamentale nel nostro sito di Ivrea, poi con lo sviluppo farmaceutico qui a Guidonia. Facciamo studi clinici con più di 5mila pazienti in Italia. Alla fine il risultato di quell’innovazione arriva ovviamente anche al mercato, ai pazienti italiani che alla fine trarranno beneficio dal frutto di quell’innovazione. Siamo quindi molto orgogliosi di ciò che facciamo in Italia con le 1.200 persone che lavorano per Merck in Italia”. 

Guenter affronta infine il tema dell’innovazione nel campo della farmaceutica, analizzando i potenziali sviluppi dell’intelligenza artificiale. “Penso che l’intelligenza artificiale, l’Ia di nuova generazione, l’analisi dei big data – illustra – rappresenteranno un punto di svolta per molti settori, inclusa l’industria farmaceutica. Posso parlare di molte potenziali applicazioni nell’intera catena del valore di ciò che facciamo: produzione e operazioni commerciali. Ma penso che il più grande potenziale cambio di paradigma sarà nell’area di ricerca di ciò che facciamo. Penso che con l’analisi dei big data e l’intelligenza artificiale saremo in grado di scoprire nuovi scenari e nuovi obiettivi biologici. Saremo in grado di trovare e progettare molecole in un modo più veloce ed efficace di oggi. E alla fine saremo anche in grado di condurre studi clinici in modo più rapido ed economicamente vantaggioso. Penso che il più grande effetto rivoluzionario dell’intelligenza artificiale e dei big data sarà sicuramente nel campo della ricerca e sviluppo dell’industria farmaceutica”. 

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