E’ un’assenza lunga 222 anni quella che è stata colmata, grazie alle più moderne tecnologie applicate all’arte, nella Chiesa di San Francesco a Città di Castello (PG). Le sue volte sono infatti tornate ad accogliere l’armonia pittorica e le cromie originarie dello “Sposalizio della Vergine” di Raffaello, opera d’esordio e fra le più celebrate dell’Urbinate. Che la ultimò ventunenne nel 1504 proprio per questo luogo, da cui venne poi rimossa nel 1798 per mano del generale napoleonico Lechi.
Non si tratta ovviamente dell’autentica pala d’altare che le vicende successive a quella sottrazione condussero a Milano, nella Pinacoteca di Brera che oggi la conserva ed espone al pubblico,
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