Caos per le imprese delle regioni Campania e toscana
Successivamente alla circolare n. 128/2020, che inseriva tra i beneficiari della sospensione dei versamenti anche i datori di lavoro nelle zone arancioni, l’Inps aveva fatto marcia indietro precisando, pochi giorni dopo, con la circolare n. 129/2020, che i beneficiari della sospensione erano da ritenersi unicamente i datori di lavoro nelle zone rosse.
Le imprese della Campania e della Toscana, regioni diventate “rosse” il 15 novembre e quindi solo dopo la circolare Inps del 13 novembre, si sono trovate a dover dare seguito regolarmente ai versamenti.
“Nei giorni scorsi – spiega Marco Cuchel, presidente dell’Anc (Associazione Nazionale Commercialisti) – abbiamo denunciato come la mancanza di chiarezza da parte dell’Istituto, a pochi giorni dalla scadenza del 16/11, mettesse in grande difficoltà i professionisti e le imprese”.
“Lo scorso 20 novembre, a scadenza ormai avvenuta, l’Inps con il messaggio n. 4361 ha reso noto che hanno diritto alla sospensione dei versamenti anche i datori di lavoro delle regioni diventate rosse dopo la circolare del 13/11, quindi Campania e Toscana.
E considerato che la nuova interpretazione dell’Istituto giunge dopo il termine della scadenza dell’adempimento, i datori di lavoro che abbiano già dato seguito ai pagamenti dovranno presentare una dichiarazione di compensazione e utilizzare il credito compensandolo con i contributi dovuti per i mesi futuri”.
“Dall’Inps – evidenzia Cuchel – una sequela incredibile di errori, una prova di incompetenza le cui conseguenze ricadono inevitabilmente su cittadini e imprese. Alle tante e profonde difficoltà del momento che stiamo vivendo, non è pensabile che si debbano aggiungere anche i danni di una Amministrazione Pubblica inadeguata, che del proprio operato è giusto che sia chiamata a rispondere”.
Rispetto alla crisi di liquidità che oggi colpisce l’economia, l’errore dell’Inps diventa, se possibile, ancor più grave, se pensiamo alle imprese che nell’incertezza di poter beneficiare o meno della sospensione hanno dovuto dare seguito al pagamento, per scoprire poi che avrebbero potuto evitarlo.
“Nel mese di aprile, dopo l’avvio fallimentare della gestione delle indennità legate all’emergenza Covid-19, Anc ha chiesto ai vertici dell’Inps una piena e doverosa assunzione di responsabilità, che purtroppo non c’è stata. Questa volta sulla sospensione dei versamenti – conclude Cuchel – riteniamo che il Presidente Tridico non possa sottrarsi alle proprie responsabilità e che debba rispondere degli errori che sono stati commessi”.
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