“Venite anche con guerra in corso”. Poi i ringraziamenti all’Italia
Roma, 26 apr. (askanews) – La guerra non può essere “un ostacolo” alla ricostruzione dell’Ucraina devastata dall’invasione russa e l’Italia ha la grande “opportunità” di investire nel Paese, con le sue risorse migliori, “per costruire insieme un futuro di libertà e sicurezza”. Nel giorno della Conferenza bilaterale sulla ricostruzione dell’Ucraina, Kiev chiama Roma a un ruolo da protagonista. Ed è molto più di un invito. E’ un vero e proprio appello quello che il governo ucraino nella sua interezza rivolge al governo e alle aziende italiane: “Venite anche se il conflitto è in corso”, sono state le parole – esplicite – della vice premier e ministra dell’Economia Julija Svyrydenko, membro della delegazione arrivata nella capitale e guidata dal premier Denys Shmyhal.
La Russia vuole ancora distruggere l’Ucraina, non cerca la pace e dopo un anno non ha cambiato progetto, ha sottolineato il primo ministro ucraino, descrivendo la situazione attuale. E mentre i soldati ucraini sono impegnati nella difesa del territorio, il governo sta provando a completare quello che il capo della diplomazia Dmytro Kuleba ha definito “un miracolo”. Kiev è impegnata a risolvere problemi commerciali, instaurare rapporti economici, portare avanti riforme, ha ricordato. Sta lavorando per attrarre investimenti esteri. E l’Italia non può che essere un partner privilegiato. “Aiutateci a costruire “un futuro sicuro per tutti noi”, sono state le parole del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, collegato in video. “Siamo pronti a far rinascere” il Paese, “non lasceremo mai queste ferite aperte sulle nostre terre”.
Moltissimo il lavoro da fare e la Conferenza di Roma ha fornito spunti interessanti sui possibili campi d’intervento: il settore energetico, le infrastrutture, la logistica, l’industria. E poi occorre modernizzare le forze armate ucraine, e corrispondere agli standard di sicurezza dell’Unione europea, di cui Kiev “entrerà presto a far parte”. Una buona base di partenza saranno i Memorandum d’intesa firmati oggi: tra gli altri, quello tra ministero degli Esteri ucraino e l’Ice, per attivare i rapporti, e quelli relativi alla protezione dell’ambiente, al settore dell’industria, all’ammodernamento delle ferrovie ucraine, al reparto agro-industriale e alla costruzione di centrali idroelettriche. Di certo, secondo Kiev, l’Ucraina ha bisogno di oltre 24 miliardi di dollari nel 2023 per almeno sei settori prioritari: energia, alloggi, sminamento, infrastrutture sociali, trasporti e piccole e medie imprese. L’obiettivo è “aiutare la gente a creare nuovo lavoro”. Un risultato che potrebbe essere ottenuto anche grazie a Sace, a cui Shmyhal ha espresso gratitudine per la decisione di stanziare un miliardo per le necessità primarie della popolazione. Simest, da parte sua, “darà investimenti diretti per creare nuove aziende in Ucraina”, ha commentato il premier.
Tutti concordi – rappresentanti dei due governi e dirigenti delle oiltre 750 aziende presenti alla Conferenza – sul fatto che il momento di pensare alla ricostruzione dell’Ucraina è adesso. Le scelte fatte oggi “guideranno lo sviluppo economico nei prossimi anni”, ha detto la ministra Svyrydenko, citando i settori di interesse immediato per le aziende italiane: infrastrutture, tecnologia militare, metallurgia, area digitale ed informatica. Ricordando che il suo Paese è “leader globale nel settore agricolo” ed ha “capacità nel settore edile”, la vice premier ha quindi spiegato che “ricostruire le abitazioni” rase al suolo dai bombardamenti “sarà la nuova sfida”. Una considerazione condivisa da Zelensky, che ha allargato il campo: centinaia di scuole e ospedali sono stati completamente distrutti o gravemente danneggiati, ha ricordato il presidente. L’obiettivo di Kiev è ora ricostruirli con nuovi standard, moderni, “per far sì che la nostra gente possa vivere come vivono milioni di altre persone in sicurezza”, ha commentato Zelensky. Un impegno a cui l’Italia potrà dare un contributo decisivo impiegando le sue risorse migliori, guardando alle “esigenze più immediate e al lungo periodo”, ha assicurato il ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Mettiamo a disposizione il meglio dell’Italia. Il saper fare di 4 milioni di piccole e medie imprese che sono il tessuto connettivo della seconda manifattura d’Europa, a dimostrazione che l’Italia sa essere solidale e sostenere chi è a noi vicino”, ha detto il ministro, che ha incassato – con la premier Giorgia Meloni – i ringraziamenti sentiti di tutta la delegazione ucraina arrivata a Roma. Un sentimento di riconoscenza espresso, a distanza, anche dallo stesso presidente ucraino. “Vorrei ringraziare tutti voi e personalmente la presidente Meloni per il suo sostegno”, ha detto Zelensky, invitato a Roma dalla presidente del Consiglio. “Grazie Giorgia per le tue parole, per il lavoro e per l’appoggio. Gloria all’Italia”. (di Corrado Accaputo)