MILANO – Una sperimentazione sensoriale artistica, che porta il visitatore a dare vita, grazie all’intelligenza artificiale e attraverso un processo di trasformazione, a nuove forme d’arte. Si chiama MetamorphosYs l’installazione creata da Itelyum, azienda leader nella gestione, riciclo e valorizzazione dei rifiuti, in collaborazione con Studeo Group, per la mostra-evento “Interni Design Re-Evolution” di scena all’Università degli Studi di Milano nell’ambito del FuoriSalone
MetamorphosYs conduce il visitatore a compiere un’esperienza immersiva ed evocativa dei processi rigenerativi della materia che Itelyum ha originato nel corso di 60 anni di esperienza. L’installazione interattiva intende sollecitare una riflessione collettiva sull’urgenza e l’importanza di un cambio di prospettiva ed invita ad azioni concrete per la tutela e il ripristino delle risorse naturali, sfruttando il contemporaneo avanzare di nuovi paradigmi e strumenti tecnologici e digitali.
L’area allestita per MetamorphosYs ‘L‘arte di rigenerare’, accoglie il visitatore offrendogli la possibilità di interagire tramite uno schermo touch per creare la propria e personale opera d’arte digitale, personalizzata partendo da elementi grafici della matrice Itelyum, che sarà poi a disposizione dell’autore in formato NFT. L’utente è così non solo fruitore, ma anche artista e gallerista, creatore con l’ausilio dell’AI di un artwork digitale che nasce dalla rigenerazione, ovvero il principio che guida la mission di Itelyum, leader nella valorizzazione dei rifiuti, che riafferma il proprio impegno nel voler essere ispirazione per tutti coloro che pensano che ogni fonte di benessere, come le risorse naturali, non debbano essere trascurate o sprecate, ma rigenerate per creare valore circolare per le imprese, l’ambiente e la società.
“Il nostro impegno consiste nel trasformare ogni giorno rifiuti industriali in nuovi prodotti e in nuove risorse per l’economia e la società- dichiara l’AD di Itelyum, Marco Codognola-. Lo facciamo attraverso uprocessi, tecnologie e competenze molto sofisticate, che vengono sviluppate al nostro interno attraverso collaborazioni con le università e l’intelligenza artificiale. E questo è uno degli elementi che collega il nostro lavoro con questa installazione: l’arte si presta a spiegare la trasformazione di un rifiuto in una risorsa, il divenire di un processo che permette di cambiare lo stato delle cose e riproporre sul mercato qualcosa che invece era dato per perso. Noi in questa installazione lo facciamo attraverso i segni grafici che caratterizzano la nostra identità, una matrice che attraverso l’intelligenza artificiale diventa un’opera che ciascun visitatore può creare e ricevere poi in NFT”.
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