GENOVA – Fischi per il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, al suo arrivo stamattina a Genova, nella sede dell’Autorità portuale, a Palazzo San Giorgio, per la cerimonia di posa della prima pietra della nuova diga foranea. “Salvini, vieni dai lavoratori precari del porto”, urlano i lavoratori in presidio davanti al palazzo con uno striscione “Il vostro porto cresce ma 75 famiglie muoiono di fame”. In precedenza, i lavoratori avevano discusso a lungo con il sindaco Marco Bucci in merito alla loro vertenza per un’eventuale ricollocazione nelle partecipate del Comune di Genova.
SALVINI CONTESTATO DAL CONSIGLIERE SANSA: “LUI FIRMA, CITTADINI PAGANO”
Contestazione per il vicepremier Matteo Salvini anche da parte del consigliere regionale ed ex candidato governatore giallorosso in Liguria, Ferruccio Sansa, stamattina nel corso della cerimonia per la posa della prima pietra della nuova Diga di Genova. Sansa si è alzato dal suo posto nella sala delle autorità nel momento in cui Salvini stava prendendo parola e ha srotolato lo striscione “Firma Salvini, guadagna Salvini, pagano i cittadini (3 miliardi)”, prima di essere accompagnato alla porta dalla Digos.
“Appena ho mostrato questo manifesto davanti a Salvini che parlava, le forze dell’ordine mi hanno allontanato- spiega il consigliere di opposizione- non c’è scritto nulla di offensivo, io sono un consigliere regionale, ho diritto di protestare di fronte a un’opera che secondo noi arriverà a costare tre miliardi: perderemo i finanziamenti del Pnrr e la pagheremo tutta noi. Un’opera che rischia di essere pericolosissima perché si posa su un fondale fangoso a 50 metri di profondità: rischia di essere una voragine melmosa dal punto di vista dei tempi e dei costi e di essere pericolosa”. Sansa evidenzia di aver “espresso la mia opinione, ho protestato: ovviamente ho protestato qua perché è più efficace, avrebbero voluto che lo avessi fatto da solo in cima a un molo, ma non lo farò. Questa è l’idea che ha il governo Meloni di come trattare la protesta”.
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